La favorita (1952) Regia
di Cesare Barlacchi. Dall'opera di Gaetano Donizetti. Fotografia di
Massimo Dallamano (Ferrania Pancro C7). Interpreti: Sofia Lazzaro
(voce di Palmira Vitali Martini, Eleonora), Gino Sinimberghi (voce di
Piero Sardelli?, Fernando), Paolo Silveri (re di Castiglia), Franca
Tamantini (voce di Miriam Di Gioia?, Ines), Alfredo Colella
(Baldassarre, anche voce), Giorgio Costantini (ufficiale del re, voce
di Nino Russo?). Direttore d'orchestra Nicola Rucci. Orchestra
Organizzazione Rizzi. Balletto Opera di Roma, coreografo Guglielmo
Morresi. Costumi Ditta Ferroni. Carla Ragionieri assistente regia.
Durata: 1h15'
"La Favorita" di
Cesare Barlacchi (1952) rischia di rimanere famoso solo per la
presenza di Sofia Loren come protagonista (doppiata da una vera
cantante). All'inizio della sua carriera, la Loren usò dapprima il
suo vero cognome, Scicolone, e poi alcuni pseudonimi come appunto
questo Sofia Lazzaro, per poi diventare definitivamente Sophia Loren.
Nel repertorio operistico della Loren c'è anche un'Aida, pochi mesi
dopo questa "Favorita"; il grande successo arriverà nel
1954-55, con Blasetti e con Vittorio De Sica. L'opera di Donizetti è
famosa e contiene musica molto bella; il libretto è spesso poco
comprensibile e nel film è quindi benvenuta la voce del narratore
fuori campo, che spiega bene tanti dettagli altrimenti poco
comprensibili. Il soggetto è quello del giovane che si innamora di
una ragazza senza sapere che quella ragazza è la favorita del Re di
Castiglia; il giovane è valoroso e si guadagna benemerenze sul campo
di battaglia, così che il Re gliela concede in sposa. Dopo il
matrimonio, il giovane scoprirà la verità sentendosi beffeggiato
dai cortigiani. Il finale è tragico; il soggetto verò ripreso da
Offenbach con l'operetta "La Périchole" (con Offenbach c'è
il lieto fine, e anche tanta altra bella musica da conoscere).
Su questo film, e sulla
regia di Cesare Barlacchi, bisognerà dare indicazioni contrastanti:
la parte operistica è irritante, quasi parodistica, invece il resto
non è male, un buon film d'avventura con un'ottima fotografia (di
Massimo Dallamano, in bianco e nero) e scene di guerra in esterni,
con cavalli e cavalieri, molto ben fatte. Le coreografie, peraltro
non brutte, mostrano danze di turchi e amazzoni, con turbanti e
roteare di scimitarre e con precisi dettagli delle ballerine in primo
piano, roba da night o da varietà ma che comunque aveva un suo scopo
e che tutto sommato non dispiace.
La compagnia di canto non
è delle migliori, bravi comunque il baritono Paolo Silveri e il
basso Alfredo Colella; ad essere irritante è la voce della cantante
applicata a Sofia Loren. Il sincrono c'è, ma l'insieme è del tutto
improbabile (forse non era così all'uscita del film, ma la voce
della Loren ormai la conosciamo benissimo...). Tutti recitano
comunque bene, spenderei una parola per l'attrice Franca Tamantini
(Ines), molto convincente nel suo ruolo.
Alcune arie di Donizetti
sono tra le mie preferite: "Vien Leonora", "Splendon
più belle", "Spirto gentil", e altre ancora;
difficile comunque togliersi dalla memoria le tante registrazioni e
gli ascolti dal vivo. Soprattutto il tenore (le indicazioni in merito
sono poco precise, dovrebbe essere la voce di Piero Sardelli che
doppia l'altro tenore Gino Sinimberghi, qui usato solo come attore)
non riesce a rendere bene l'idea di che cosa sia la sua parte; per
chi fosse interessato consiglierei le registrazioni di Aureliano
Pertile, di Tito Schipa, di Alfredo Kraus, di Pavarotti... (la lista
completa sarebbe lunghissima). Interessante la messa in scena di
"Spirto gentil" nel finale, come riassunto di ciò che è
successo, montando in sequenza brani dalle scene precedenti (direi
una buona idea). Nel complesso, un film più che dimenticabile ma che
ha comunque i suoi pregi.
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