Giuseppe Becce è stato uno dei
pionieri delle colonne sonore al cinema, scrivendo musica per i film
dal 1913 fino al 1939. Vicentino di Lonigo, nasce nel 1877; si
trasferì a Berlino nel 1906, dove fu allievo di Arthur Nikisch e di
Ferruccio Busoni. Inizia come attore, per un film sulla vita di
Wagner (Becce interpreta proprio Wagner) e prosegue poi come
musicista, svolgendo la sua carriera quasi sempre in Germania,
scrivendo musica per registi come Lang, Murnau, Pabst, Lubitsch; con
l'introduzione del sonoro continuò la sua opera collaborando con
Luis Trenker e Leni Riefenstahl. Morirà a Berlino nel 1973. (qui sotto, un'immagine di Giuseppe Becce mentre interpreta Richard Wagner)
Negli anni '80 la TSI, Televisione
Svizzera Italiana, produsse una serie di film utilizzando la propria
orchestra, quella della RTSI (Radio Tv Svizzera Italiana), per
restaurare la colonna sonora originale. Un lavoro bello e importante,
che meriterebbe di essere riproposto.
Al termine della proiezione di "Das
kabinett des doktor Caligari" i due curatori del ciclo per la
TSI, Hans Jörg Pauli e Carlo Piccardi, tennero questa conversazione
molto ricca di notizie e di idee; l'ho trascritta meglio che posso, e
spero che la si possa integrare con altre informazioni. Non so se una
copia di questa proiezione sia disponibile, nel caso penso che la
cosa migliore sia chiederne notizia alla stessa TSI, Televisione
Svizzera Italiana.
“Das Kabinett des
Doktor Caligari”, regia di Robert Wiene (1920) Scritto da Hans
Janowitz e Carl Mayer . Fotografia:
Willi Hameister. Scenografie di Walter Röhrig, Walter Reimann,
Hermann Warm. Costumi: Walter Reimann. Con Werner Krauss, Lil
Dagover, Conrad Veidt, Friedrich Feher, Hans H. von Twardowski,
Rudolf Lettinger, Rudolf Klein-Rogge Produzione: Erich Pommer per
Decla Bioscop-Ufa Durata: 78 minuti
CARLO PICCARDI : ... il musicista è
Giuseppe Becce, italiano, attivo in Germania, un compositore il cui
nome è abbastanza familiare a chi si occupa di cinema. Il suo nome
però non compare sulle enciclopedie musicali, quindi credo che
abbisogni di un commento particolare.
HANS JÖRG PAULI: Giuseppe Becce aveva
intenzione di fare strada nelle sale da concerto, di comporre
sinfonie e opere liriche, però poi per uno strano caso dal 1913 ha
trovato uno sbocco per il suo talento nel cinema tedesco. Ha iniziato
la sua carriera come attore interpretando Richard Wagner nella
biografia filmata di Wagner uscita in Germania nel 1913 (...) Già in
questo momento, facendo l'attore, Becce si poneva il problema della
musica; gli eredi di Wagner non consentivano l'uso di brani
wagneriani per questa biografia filmata, così Becce stesso compose
la musica, "wagnerizzando" un pochettino. Fece così le sue
prime esperienze nel cinema, e qui conobbe Messter, il produttore che
già negli anni 1907-1908 aveva iniziato i primi tentativi di cinema
sonoro. Becce è poi diventato l'assistente e l'esperto musicale di
Messter per il primo cinema sonoro tedesco, cinema sonoro per così
dire "avant la lettre" che durò dal 1907 circa fino al
1915-16; in seguito ha iniziato una carriera come compositore e anche
come direttore d'orchestra nelle sale del cinema muto. Becce è
soprattutto conosciuto ed importante per quella collana chiamata
Kinoteque (...) una collana di brani musicali, di pezzi di carattere,
della durata di due o tre minuti ognuno abbinati a certi tipi
standard di scene filmate. C'era l'inseguimento, la fuga,
l'angoscia, il momento lirico, gli elementi della natura, il
grottesco, eccetera; tutto quello che fa parte del repertorio del
film commerciale. E così per ognuna di queste scene Becce scrisse
pezzi musicali intercambiabili e dunque da usare non solo in un
determinato film ma da mettere insieme secondo le esigenze delle
dozzine o centinaia di film che uscivano in questo periodo.
PICCARDI: Questa Kinoteque ebbe due
edizioni e fu molto diffusa, non solo in Germania ma anche
all'estero; probabilmente era l'antologia più vasta.
PAULI: La più conosciuta e la più
vasta, che diede poi la base per il celebre Handbuch del 1927, dove
sono indicati più di tremila titoli per l'uso cinematografico.
PICCARDI: Dove i brani non sono tutti
di Becce; sappiamo che l'abitudine era di compilare musiche pre
esistenti, e questo fu anche il caso dell'accompagnamento musicale
alla prima rappresentazione del Caligari, che avvenne a Berlino nel
1920, esattamente il 25 febbraio alla Marmor Haus dove si ricorda,
questo è risaputo, che la colonna sonora era composta da brani di
Schubert, Rossini, Bellini, Donizetti.
PAULI: E anche Beethoven.
PICCARDI: E addirittura delle canzoni,
come "Frau Luna" di Paul Linke: questo per dare
l'impressione delle abitudini di allora. Questa colonna sonora ebbe
però un destino particolare in quanto il film, nato nel clima
culturale espressionista, aveva creato delle aspettative per cui il
pubblico pare che avesse reagito male a questa dozzinale colonna
sonora, e il produttore Erich Pommer ritirò subito la musica e
chiese a Becce di comporre qualcosa di più adatto. Nacque così una
colonna sonora che corrispondeva più o meno a quello che vi abbiamo
proposto questa sera. Una colonna sonora che è stata persa in quanto
tale, quella di Becce; si sono salvati sicuramente questi quattro
brani che si trovano nella Kinoteque, di cui abbiamo anche i titoli:
Lotta, Aiuto aiuto, Spettri, e Notte misteriosa. Titoli di brani di
carattere che Becce evidentemente mise nella Kinotheque anche per un
uso in altri film. Su questa base, come abbiamo detto, Lothar Prox
(?) ha tentato la ricostruzione della colonna originale utilizzando
anche altri brani della Kinotheque, soprattutto quelli più generici
come "Il mercato" e le situazioni di folla, e una suite
composta da Becce nel 1929 (quindi non particolarmente concepita per
il film) dal titolo "De profundis", che nei vari brani in
cui si articola rivela una sintomatica parentela con il Caligari,
infatti i sottotitoli sono: Lavoro forzato, Visioni di un pazzo,
Disperato, Passando davanti a tombe abbandonate, Tortura. Quindi
sembra proprio che questa esperienza del Caligari abbia lasciato un
segno nella memoria di Becce, che poi ha ripensato il tutto in questa
suite di cui noi abbiamo riutilizzato i brani in questa colonna
sonora. A questo punto però occorrerebbe anche un giudizio su questa
compilazione. Che valore possiamo dare al tentativo che abbiamo
presentato questa sera?
PAULI: Per dire due parole molto
personali, a me piace; credo che sia molto funzionale. Ci sono due o
tre cose su cui discutere, mi son chiesto per esempio perché questa
musica dell'inizio nel manicomio, che viene riproposta alla fine, e
che dunque fa da cornice, si ritrovi anche all'interno dove c'è un
accenno all'amore fra la donna e uno dei due ragazzi, quello che poi
verrà assassinato; è un brano che si trova nella Kinotheque e si
chiama "In un giardino incantato", dal terzo volume della
Kinotheque. Mi sono chiesto perchè c'è questa ripetizione, ma
questi sono dettagli che si possono discutere in ogni compilazione.
Mi pare che si vedano due cose, in questa compilazione: la prima è
il vantaggio se tutto il materiale è scritto dallo stesso
compositore, c'è una certa unità di stile, unità di gesti,
eccetera. La seconda cosa è esattamente la stessa però con
connotazioni negative: il fatto è che lo stile di Becce si basa su
una gestualità quasi uniforme su un'armonia basata sulla triade
aumentata do-mi-sol-sol diesis o sull'accordo di settima diminuito;
dunque è un linguaggio così fatto di cliché che man mano diventa
prevedibile, dunque l'ascoltatore o lo spettatore si stanca.
PICCARDI: Sarebbe pensabile allora
un'altra musica?
PAULI: Esistono altre compilazioni, per
esempio quando questo Caligari è stato proiettato a New York presso
il Capitol Theatre, che era famoso per l'accuratezza
dell'accompagnamento musicale, una grande orchestra con un organico
di ottanta musicisti, suonarono parte di "Thill Eulenspiegel"
di Richard Strauss, parti di "Prelude à l'apres midi d'un
faune" di Debussy e brani di Prokofiev, di Stravinskij e di
Schoenberg. Dunque l'avanguardia musicale per questa avanguardia
cinematografica: scelta però perché è il racconto di un pazzo,
dunque "si può usare la musica di questi pazzi modernisti",
all'epoca ritenuti pazzi dal grosso pubblico, "senza offendere
il grosso pubblico". Sempre lo stesso discorso. (Pauli si
riferisce allo "scandalo" per la prima di Le sacre du
printemps, dello stesso periodo, e altro)
PICCARDI: Ispirandosi sicuramente a
questa esperienza particolare, perché fu un'eccezione questa di New
York di usare compositori d'avanguardia per il cinematografo, data la
caratteristica del film, questa pellicola ha ispirato altri tentativi
di ricostruzione. Ce ne sono di anni recenti, di compositori
d'avanguardia di oggi, una in particolare firmata da Peter Hamel, che
evidentemente segue la stessa linea però rivendicando in questo caso
la legittimità di una musica d'avanguardia per un film
d'avanguardia; e qui credo che bisognerà fare attenzione perché si
può creare una certa imprecisione. Credo che possiamo essere
d'accordo che il film, pur essendo catalogabile in quest'ambito
estetico espressionista, non è comunque un film d'avanguardia ma era
un film concepito da un'industria cinematografica come era quella
tedesca in quegli anni, cioè per un pubblico piuttosto vasto; e non
è da sottovalutare il fatto che fu allestito nel 1919 quando la
stagione dell'espressionismo era già trascorsa, era già archiviata
direi addirittura. O, se vogliamo, quando le testimonianze
dell'espressionismo erano già state assimilate. Quindi direi che
nonostante tutto, per concludere, anche se forse Schoenberg in quel
momento si sposava abbastanza bene con queste immagini a New York nel
1920, o se un compositore moderno può fare qualcosa che è
compatibile ancora con questa rappresentazione deforme della realtà,
forse Becce nonostante tutto si adatta meglio perché corrisponde di
più all'aspettativa del pubblico, un pubblico che voleva essere
solleticato da questa esperienza d'avanguardia ma che non voleva
perdere quella facilità di accesso all'espressione cinematografica
che la musica di Becce, moderatamente romantica, aiutava in quel
caso.
Giuseppe Becce . E' incredibile la mole di opere realizzate da questo attore, compositore Vicentino : Solamente un paese vinto come Vicenza, voltando pagina, preferisce far finta di non vedere può averlo ignoratio così . Becce, con la sua vastissima cultura, riprogettando il teatro dei Querini in Arcugnano, seppe non solo cogliere l'eredità di Richard Wagner e anche dei problemi dei Wagner. Fu l'unico a incidere nel dopo-guerra perfino con i russi, malgrado il suo passato lo legasse alleato di nemici storici di Stalin. Con Guido Piovene, Aureliano Pertile Arturo Toscanini comprese anche le vere vite di Giulietta e Romeo .
RispondiEliminanon sapevo niente di Becce, e devo ringraziare molto la tv svizzera di quegli anni (oggi non fanno più queste operazioni, peccato).
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