2.
A proposito di pensioni, succede che un
giorno si titoli che il personale di scuole e poste è anziano (cioè
tra i 50 e i 60) e il giorno dopo o magari sulla stessa pagina o
nello stesso momento si dica che è necessario portare l'età
pensionabile a 65 o 67 anni. Un modo di ragionare un tantino
schizofrenico: se la gente deve lavorare fino a settant'anni, si
smetta di dire che i lavoratori di cinquant'anni sono una stranezza,
si accetti il fatto per quello che è, cioè una naturale conseguenza
del fatto che a cinquant'anni si debba continuare a lavorare ancora
per molto tempo. Entrate in una scuola o in un ufficio postale e
trovate cinquantenni e sessantenni? Ebbene, è del tutto normale che
sia così, abituatevi e non andate in giro a scrivere cretinate.
Sulle pensioni c'è anche un equivoco
di fondo che non viene mai portato alla luce con chiarezza: una volta
detto che il controllo dei conti è fondamentale, e che non
dovrebbero esserci ruberie da parte di chi li amministra, la pensione
pubblica nasce per dare una buona aspettativa di vita a chi non può
lavorare. Il concetto prevalente, quello di "hai messo questi
contributi ti spetta questa pensione", è invece quello degli
assicuratori privati: che mirano ad avere un guadagno, e quindi non
assicurano chi più ne avrebbe bisogno. Questi conti non si fanno
alla Difesa, per esempio: che è importante, fondamentale, si pensi
solo al lavoro quotidiano dei Carabinieri. Non è che ci si aspetti
che i Carabinieri producano reddito, si finanziano con le tasse; e
questo è il principio di uno Stato come si deve. Lo stesso principio
vale, o dovrebbe valere, per sanità, pensioni, sicurezza
dell'ambiente, scuola. Invece di ragionare sui fatti, noto invece che
si finisce sempre per mettere in scena una lotta generazionale, "i
giovani che pagano la pensione ai vecchi" (vecchio trucco, ma
funziona sempre con i boccaloni, che abbondano) e anche in questo
caso si tira sempre fuori la storiella del "baby boom". Nel
campo pensionistico, per chi non lo sapesse (ma i giornalisti
professionisti dovrebbero saperlo) ci sono state ruberie e
malversazioni come nelle grandi banche: è da queste cose che arriva
il deficit dell'Inps, e non dirlo significa essere conniventi. E,
soprattutto, il lavoro è sempre più precario e malpagato: i
contributi per la pensione quindi sono sempre meno, in futuro il
problema scoppierà con grande potenza - ma chi parla più dei
problemi reali?
Un'altra "spiritosaggine"
(non riesco a chiamarla in altro modo, senza censurarmi) è quella
dei "partiti tradizionali". Quando ci sono le elezioni c'è
sempre qualcuno che commenta sui "partiti tradizionali": ma
dove sono questi partiti tradizionali? I partiti degli ultimi 25 anni
in Parlamento sono cangianti, mutevoli, nuvole inconsistenti, hanno
nomi che non spiegano nulla (Forza Italia, Fratelli d'Italia,
Movimento 5 stelle...) oppure cambiano continuamente nome e direzione
politica (DS, PDS, PD...). La realtà, alla faccia dei "partiti
tradizionali", è che quando io ho cominciato a votare avevo a
disposizione un Partito fondato da don Sturzo e De Gasperi, un
Partito fondato da Antonio Gramsci, un altro da Filippo Turati e un
altro ancora da Benedetto Croce, mentre negli ultimi venti o
venticinque anni (in Lombardia da 22 anni ininterrottamente) siamo
stati governati da partiti fondati da condannati in via definitiva a
pene detentive per corruzione, mafia, truffa ai danni dello Stato,
oppure da leader fondatori che rubavano dalle casse del loro stesso
partito. Se questi sono "partiti tradizionali"... forse è
il caso di ripensare un po' alle parole che si usano.
Nelle ultime elezioni sono tornate
ancora una volta definizioni che forse avevano un senso 50 o 70 anni
fa: ma Don Camillo e Peppone (personaggi del 1948) oggi vivrebbero in
una Brescello dove il consiglio comunale è stato sciolto per mafia,
mentre nella "Stalingrado d'Italia", tra Sesto San Giovanni
e Arese, al posto delle grandi fabbriche è stato aperto
l'ipermercato più grande d'Europa. Eppure, anche i cronisti più
giovani continuano a ripetere cose senza senso. Se invece provassero
a ragionare sui luoghi comuni salterebbero fuori altre sorprese (si
fa per dire): per esempio si scoprirebbe che il comune di Parma
(l'Emilia rossa! i cumunisti!) è governato dalla destra da ormai 25
anni. Ma, è ovvio, tirare in ballo per l'ennesima volta Don Camillo
e Peppone è molto più comodo e sbrigativo, forse anche consolatorio
(non si sa bene per chi, consolatorio: nel frattempo la corruzione e
la 'ndrangheta sono arrivati anche a Reggio Emilia, e basterebbe
leggere le sentenze dei tribunali per saperlo).
Tutto questo ci dovrebbe portare a
chiederci che senso abbiano davvero le parole che usiamo, magari con
l'aiuto del dizionario. Per esempio, se in Cina ci sono dei
miliardari e dei poveri sfruttati non può essere comunismo, se ci
sono morti a centinaia nel Mediterraneo e te ne freghi o ne gioisci
non puoi dirti Cristiano (se in generale te ne freghi del tuo
prossimo...), se fai politiche contro i lavoratori non puoi essere di
sinistra (il PD di Renzi), se c'è fascismo non c'è democrazia
(incompatibilità assoluta, ma i neofascisti si atteggiano a vittime
e rivendicano la libertà d'opinione: andate a chiedere a Gobetti
cosa ne pensa).
L'aggettivo "tradizionale" è
usato a sproposito anche in altre situazioni: per esempio
l'agricoltura "tradizionale" contrapposta al "bio".
L'agricoltura tradizionale non usa i concimi artificiali, che sono
stati inventati e diffusi da meno di cent'anni (si può fare una
ricerca sul nome di Fritz Haber, volendo), se si parla di concimi
chimici bisognerebbe dire "agricoltura industriale". La
definizione "bio", ormai un vero e proprio marchio di
fabbrica, è l'abbreviazione di "biologico" ed è una
parola che usata in questo modo fa inorridire chi ha studiato anche
solo un po' di chimica, così come l'uso disinvolto di termini come
"DNA" ("ce l'ho nel dna" magari detto di squadre
di calcio...) e altri ancora. Si vorrebbe un minimo di attenzione
alle parole che usiamo. Usato così, il termine "bio"
diventa "il nuovo" secondo le tecniche del marketing, cioè
la scusa per vendere a un prezzo maggiore (anche due o tre volte) le
stesse cose che prima non avreste mai acquistato. Ma l'agricoltura
tradizionale - conviene ripeterlo - è quella senza concimi chimici e
senza ogm, qui si stanno cambiando le carte in tavola, per l'ennesima
volta. Se si vuole essere tutelati, bisogna sapere che in Italia
abbiamo leggi all'avanguardia nel settore, e magari imparare a
leggere le etichette, che queste leggi impongono. Nel mio piccolo, in
un blog precedente, avevo cominciato a scriverne anch'io, avevo dei
lettori e dei lettrici, qualcosa dunque si può fare; ma poi arriva
la pubblicità in tv e tutto diventa una battuta, "lezioni
d'etichetta", nello spot di non so più che cosa. La
disinformazione passa anche attraverso queste cose qui.
Altre cose che mi fanno perdere
speranza riguardo alla professionalità e alla buona fede di chi
conduce i mass media: 1) guerre e terremoti dimenticati, dopo qualche
giorno non se ne parla più- L'elenco sarebbe molto lungo, mi limito
a riportare qui la vignetta di Biani sugli incendi in Valsusa (pochi
giorni fa, evento terrificante e già dimenticato). Questa vignetta è
l'unico accostamento che ho visto fra l'alta velocità in Valsusa e
gli incendi. A parte Biani, gli altri si sono tutti dimenticati del
cantiere che ha fatto tanto parlare per anni, non se ne parla proprio
più. 2) Il terremoto di Ischia: chi se lo ricorda più? Non è stato
nel 1899, è stato ieri e se ne è parlato tanto, ma è già
dimenticato. Si è parlato tanto in quell'occasione anche di case
abusive, ma nessuno è andato da Tremonti a chiedergli un parere sui
tanti condoni dei suoi dieci anni di governo. Così come nessuno è
andato da Toti, governatore della Liguria, a chiedergli come si sente
nel far parte di un partito che ha fatto tutti quei condoni: in
Liguria ci sono state tante alluvioni e tante frane, morti provocate
dalla speculazione edilizia. Il partito di Toti ha fatto tre condoni
edilizi catastrofici, forse bisognava dirlo prima delle elezioni, ma
chi ne parla più. 3) Allo stesso modo, Berlusconi è stato
condannato a quattro anni di carcere per truffa ai danni dello Stato,
ma nessuno lo ricorda, neanche Repubblica ed Espresso. Il risultato è
che un condannato per truffa ai danni dello Stato torna in tv e fa
propaganda e decide le elezioni; in questo contesto non ha più molto
senso lamentarsi dei "politici ladri". Se si votano i ladri
conclamati, c'è qualcosa che non funziona nella testa degli
elettori, e soprattutto nella loro memoria. 4) Siamo reduci da una
eccezionale siccità, ma si fanno nuove strade (più asfalto, più
cemento, meno acqua nelle falde) e si chiedono più parcheggi; le
nuove strade come la Pedemontana vengono definite "ecocompatibili"
perché scorrono in un tunnel. Questo significa che, non contenti di
aver impermeabilizzato il suolo, siamo passati a impermeabilizzare
anche il sottosuolo, e per molti chilometri d'estensione. Alla faccia
dell'ecocompatibilità. 5) C'è ancora chi pensa di calcolare il
rapporto della lira con l'euro con il fattore 1926,37. Fateci caso,
sono davvero tanti, perfino gli economisti in tv. E' come se
andassimo a cambiare il nostro denaro in franchi svizzeri o in
dollari e chiedessimo "però voglio il cambio del 1995, che era
più conveniente". Vi guarderebbero come dei pazzi, il cambio
cambia di giorno in giorno, e chissà come sarebbe oggi il cambio fra
lira ed euro. Altro che 1936, 27 (o quel che era), magari per
comperare un euro ci vorrebbero centomila lire. Fantascienza,
ragionamenti astrusi? Mica tanto...
Infine, per chiuderla qui, mentre
scrivo è passato da poco il 2 novembre, ma qui tutti hanno parlato
solo di halloween, e delle maschere da zombies. Ma io il 2 novembre
penso ai miei cari che non ci sono più, agli amici, ai vicini di
casa, ai colleghi di lavoro che ho frequentato per anni, a mio padre.
Il 2 novembre è la commemorazione dei defunti, il ricordo di un
sorriso di una persona cara e non una maschera da zombie. Allo stesso
modo, il primo novembre è la festa di tutti i Santi: che non è un
modo di dire, dietro ci sono Francesco d'Assisi, Teresa di Calcutta,
padre Kolbe.
PS: Questo è un blog di musica e
chiudo con la musica: in un quiz tv si chiede quale strumento si
suona con l'archetto e le risposte possibili sono quattro. Il primo
concorrente sceglie il mandolino, il secondo la chitarra, il terzo il
pianoforte. Rimane solo una risposta possibile, finalmente ecco la
risposta esatta: il violino!!! Viene da piangere, ma da quanto tempo
è che non vedete un violino su una delle grandi reti tv, o su un
social network? Mesi, anni, decenni, possono passare senza che la
musica abbia posto nella vita di una persona. Ventenni, trentenni,
quarantenni cresciuti con questi mezzi d'informazione non sanno
neanche più che una chitarra si suona con l'archetto. (ops!) (I'm
sorry...)
(le immagini vengono da "Orizzonti
di gloria" di Stanley Kubrick, tanto per ricordare a chi parla
di "baby boom" un'altra delle ragioni per cui i nati degli
anni 50 e 60 sono ancora così tanti: da settantadue anni, in questa
parte del mondo, non si fanno guerre. Speriamo che le nuove
generazioni riescano a fare altrettanto, i film come questo servono
anche come lezione di vita - a noi questo film è servito, e molto). (la vignetta di Biani viene dal sito del "Manifesto", Topolino è in "Haunted house" del 1929, il timpanista viene da un mensile di musica degli anni '80, la vignetta a colori era on line ma senza indicazioni sulla provenienza)
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