Non mi sono invece mai
piaciuti i film-opera degli anni ’40 e ’50, quelli con la Loren
che fa Aida (doppiata da una vera cantante), o i film di Mario Lanza
(che non è mai stato un vero cantante d’opera, ma solo un cantante
di musica leggera, come da noi Claudio Villa o Al Bano), e via
discorrendo, film che vedevo spesso in tv quand’ero bambino o
ragazzo e che per lungo tempo mi hanno fatto detestare l’opera
lirica. Qualcosa di buono c’è anche lì, s’intende: ma se fosse
stato per quei film non mi sarei mai e poi mai appassionato
all’Opera. Mi ci sono appassionato quando ho scoperto cos’era
davvero l’Opera, e l’ho fatto dapprima grazie alla radio e poi
grazie ai dischi: la parte visiva non aiuta a capire, l’opera va
vista e ascoltata in teatro. Altrimenti, meglio i dischi, meglio la
radio: e – aggiungo – anche alla radio, meno commenti ci sono e
più si capisce (con le dovute eccezioni, naturalmente: oggi sempre
più rare, purtroppo si parla troppo, e quasi sempre ripetendo a
pappagallo una valanga insopportabile di luoghi comuni).
Sul filone “storico”,
ho trovato orribili anche i film dedicati ai castrati, per esempio
Paolo Ferrari e “Le voci bianche”(1964, regia di Pasquale Festa
Campanile), e il film biografico sul famoso Farinelli, “Farinelli
voce regina” di Gérard Corbiau (1999). Dico "orribili"
per la superficialità e la grossolanità con la quale (mi riferisco
soprattutto al film di Festa Campanile) viene trattato un tema così
tragico; ma di questo ho intenzione di parlare con maggiore ampiezza.
Le immagini di questo post
sono tutte di Maria Callas con Luchino Visconti: Traviata, Vestale, e una prova della Medea di Cherubini con Leonard Bernstein.
(continua)
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