Cercando su internet movie database, il
grande sito enciclopedico sul cinema da Méliès fino ai nostri
giorni, ho trovato una decina di film su Paganini:
- Il primo è del 1910, con regia di
Albert Capellani, scritto da Abel Gance: sono due nomi importanti
nella storia del cinema. Il francese Capellani prosegue il lavoro di
Méliès ed è uno dei registi di punta negli inizi del cinema; Abel
Gance diventerà un regista importante e lavorerà fino agli anni
'50. Non c'è niente altro sul sito imdb, solo queste poche righe.
- Il secondo Paganini è tedesco, anno
1923: regia di Heinz Goldberg, con Conrad Veidt protagonista. Conrad
Veidt (la foto è verso la fine del post) è stato un attore molto importante: nella storia del cinema lo
si ricorda soprattutto per il sonnambulo omicida di "Il
gabinetto del dottor Caligari", pietra miliare
dell'espressionismo al cinema, e per il ruolo del marito di Ingrid
Bergman in "Casablanca"; ma i film girati da Veidt sono
davvero tanti. Oltre a Paganini, nel cast ci sono Liszt e Berlioz.
- Il terzo film, il primo negli anni
del sonoro, è americano, anno1946: "The magic bow"
(L'archetto magico, che però in Italia diventò "Un grande
amore di Paganini"). La regia è di Bernard Knowles,
protagonista Stewart Granger. Gli autori del film, scrittori e
sceneggiatori, sono poco noti; non ci sono altri musicisti nel cast,
tutti gli attori sono poco noti, a parte Stewart Granger che era una
star di Hollywood.
- Nel 1961 la tv tedesca mette in scena
l'operetta di Lehar (Paganini, prima rappresentazione nel 1925), con
nomi che non mi dicono molto.
- Nel 1973 esce una biografia per tv
tedesca: Antonio Theba è Paganini, Teresa Stratas è la principessa
Anna Elisa, regia di Eugen York. Di Antonio Theba non so niente, gli
autori sono poco noti, niente musicisti famosi nel cast. Teresa
Stratas è stata un soprano importante, ha girato diversi film anche
come attrice.
- Nel 1976 è la Rai a programmare una
biografia di Paganini, in quattro episodi, con Tino Schirinzi
protagonista e la regia di Dante Guardamagna. Lo sceneggiato è stato
scritto da Tommaso Chiaretti e Lucia Drudi Demby con lo stesso
Guardamagna, un buon lavoro che è visibile anche su youtube. Tino
Schirinzi è stato un ottimo attore di teatro, con frequenti
apparizioni anche al cinema e in tv; tra i personaggi ho trovato i
nomi di Rossini, Heine, Berlioz, Paolina Bonaparte. Una curiosità
riguarda Roberto Brivio, cantante milanese che fece parte dei "Gufi"
: interpreta "il sopranista Marchesi". (Tino Schirinzi è nella foto che apre questo post.)
- Nel 1982 un'altra biografia per la tv
ungherese: Vlastimil Harapes è Paganini, di più non saprei dire.
E qui entriamo nella zona pericolosa,
più ci si avvicina ai nostri anni più peggiorano le cose, per il
povero Paganini. Tre mostri più o meno orripilanti che consiglierei
di evitare con cura, a meno che non abbiate voglia di annoiarvi o di
farvi quattro risate alla buona. Il primo "capolavoro alla
rovescia" è "Kinski Paganini" del 1989, scritto e
diretto da Klaus Kinski, con Debora Caprioglio, Nicolai Kinski,
Dalila di Lazzaro, Tosca d'Aquino, Donatella Rettore, Eva Grimaldi e
purtroppo anche Bernard Blier (padre Caffarelli). Kinski è stato un
attore famoso e importante, e anche una persona un po' sopra le
righe: i suoi ruoli più belli sono quelli nei film di Werner Herzog,
che alla fine gli ha dedicato un ricordo tra lo spaventato e
l'affettuoso, "Il mio miglior nemico".
Del 1989 è "Paganini horror",
regia di Luigi Cozzi con Daria Nicolodi: la data di produzione spiega
tante cose, quasi tutte: saputa la notizia del film di Kinski, come è
stata tradizione del cinema italiano più dozzinale, si è messa in
piedi questa produzione che è in sostanza la copia di "Kinski
Paganini", con qualche variazione più o meno artistica.
Nel 2013 esce "Il violinista del
diavolo" (The devil's violinist"), regia di Bernard Rose,
protagonista David Garnett. Un film che ho provato a guardare, ma è
di una noia mortale, mal recitato, una compilation dei luoghi comuni
più triti sul grande violinista genovese.
Alcuni di questi film sono disponibili
su youtube; altri sono difficili da trovare, e di almeno un paio si
può tranquillamente sconsigliare la visione, a meno che non si sia
un po' masochisti
In questo blog ho messo due film dove
Paganini si vede brevemente, en passant: il "Rossini" di Mario Bonnard e "La synphonie fantastique" (biografia di Berlioz) di Christian-Jaque.
Sulla biografia di Paganini pesa come
un macigno la storia del "violinista diabolico" oppure
della "malattia delle cartilagini" che permetteva
allungamenti abnormi delle dita. Sono leggende che si possono
smontare molto facilmente fermandosi un attimo a pensare ai molti
violinisti, persone assolutamente normali da tutti i punti di vista,
che hanno suonato le musiche di Paganini in questi duecento anni. Tre
nomi per tutti: Salvatore Accardo, Yehudi Menuhin, Hana Kotkovà (ma
la lista è lunghissima, continuate pure voi: Uto Ughi, Yitzhak
Perlman...). Padri di famiglia, donne minute e di bell'aspetto, mani
piccole e mani affusolate. Salvatore Accardo, per chi non lo sapesse,
da ragazzo giocava a calcio, nel ruolo di portiere...
Paganini portava occhiali da vista con
lenti scure, di una tonalità bruna o verdastra: più o meno come
quelle fotocromatiche che ho portato io per tanti anni. Un anticipo
degli occhiali da sole, magari per via di qualche allergia da polline
o congiuntivite (difficile fare diagnosi esatte dopo due secoli).
Infine, Paganini era molto magro e aveva le dita molto lunghe: se
questo basta a giustificare le leggende, non so. Sta di fatto che le
leggende sono divertenti e appassionanti, mentre la vita dei
musicisti è invece molto spesso fatta di cose normali, amori
matrimoni figli separazioni problemi di soldi e di lavoro, queste
cose qui. La vita di Giuseppe Verdi e di Johann Sebastian Bach, per
esempio, è noiosissima da raccontare: qualcosa bisognerà pur
inventare, se ci si vuole far sopra un film. Di recente ho letto
dell'uscita di un libro sulle "leggende" di questo tipo: si
dice che quest'opera o quest'altra portino sfortuna e si fanno nomi
ed esempi di cose che sono successe durante le rappresentazioni:
tutto vero, ma poi, chissà perché, ci si dimentica sempre - per
fare solo un paio di esempi - dei tenori presi a fucilate vere
durante la Tosca (Fabio Armiliato, se non ricordo male: ma non è il
solo), o dei presentatori di varietà caduti dal palcoscenico (il
povero Mario Riva: ho sempre pensato che le canzoni di Sanremo
portino sfiga).
Il mito del musicista bravissimo che ha
fatto un patto con il diavolo è una costante delle antiche ballate e
ha origini antichissime; nel Novecento abbiamo avuto Robert Johnson,
e anche "Histoire du soldat" con le musiche di
Stravinskij... La verità probabilmente sta nella Storia della
Musica: Paganini arriva nel momento storico in cui il violino ha
raggiunto la perfezione tecnica, ed è abbastanza robusto da poter
sopportare sollecitazioni che i violini seicenteschi non avrebbero
retto. Ci sono voluti cent'anni, ma alla fine è uscito, complice
sicuramente il Romanticismo, il musicista che ha dato libero sfogo a
tutte le possibilità espressive dello strumento. Ovvio che la cosa
facesse scalpore, così come (sempre nel primo Ottocento) fecero
scalpore le prime grandi orchestre volute da Berlioz, spesso
rappresentato nelle caricature mentre dirige un'orchestra di cannoni.
Nostro contemporaneo, per chiarire meglio il concetto, è stato Jimi
Hendrix: la chitarra elettrica esisteva già da tempo, ma nessuno
aveva ancora fatto quello che avrebbe poi fatto lui. Prima di
Paganini ci sono stati altri violinisti formidabili, ma probabilmente
nessuno di loro aveva la sua personalità, e soprattutto Paganini
agisce in epoca romantica, quando si comincia a dare peso
all'esecutore; la stessa cosa succederà con Liszt e con il
pianoforte. Prima di Paganini, è giusto ricordarlo, c'è stato
Heinrich Ignatz Biber (1644-1704): la Garzantina dice che "esercitò
un'influenza determinante sulla formazione della scuola violinistica
tedesca, componendo sonate per violino caratterizzate da un'estrema
libertà inventiva e da audacia virtuosistica; il frequente e abile
uso della scordatura ne rende oggi rara l'esecuzione".
In conclusione, al cinema si possono
fare tante cose anche partendo da un falso storico o da un'invenzione
pura e semplice, come fece Milos Forman con "Amadeus", un
film bellissimo nonostante il falso storico su Salieri. Insomma, non
è che sia necessario essere storicamente attendibili, basta essere
bravi. Mica una cosa da tutti, a essere sinceri.
PS: Paganini è anche il nome di una
trasmissione della tv svizzera italiana, che fino a pochi anni fa era
ben condotta e ben curata (da loro ho imparato molto) ma che di
recente soffre del narcisismo dei conduttori e della conduttrice.
Invece di tagliare i titoli di coda dovrebbero tagliarsi la lingua,
mi viene da dire: ma invece me la taglio io, e qui chiudo con un
ritratto del vero Paganini, e con la conduttrice del Paganini sobrio che mi
piaceva ascoltare e vedere fino a un paio d'anni fa, Patrizia Barbetti.
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