sabato 5 novembre 2016

Paganini al cinema


 
Cercando su internet movie database, il grande sito enciclopedico sul cinema da Méliès fino ai nostri giorni, ho trovato una decina di film su Paganini:
- Il primo è del 1910, con regia di Albert Capellani, scritto da Abel Gance: sono due nomi importanti nella storia del cinema. Il francese Capellani prosegue il lavoro di Méliès ed è uno dei registi di punta negli inizi del cinema; Abel Gance diventerà un regista importante e lavorerà fino agli anni '50. Non c'è niente altro sul sito imdb, solo queste poche righe.
- Il secondo Paganini è tedesco, anno 1923: regia di Heinz Goldberg, con Conrad Veidt protagonista. Conrad Veidt (la foto è verso la fine del post) è stato un attore molto importante: nella storia del cinema lo si ricorda soprattutto per il sonnambulo omicida di "Il gabinetto del dottor Caligari", pietra miliare dell'espressionismo al cinema, e per il ruolo del marito di Ingrid Bergman in "Casablanca"; ma i film girati da Veidt sono davvero tanti. Oltre a Paganini, nel cast ci sono Liszt e Berlioz.
- Il terzo film, il primo negli anni del sonoro, è americano, anno1946: "The magic bow" (L'archetto magico, che però in Italia diventò "Un grande amore di Paganini"). La regia è di Bernard Knowles, protagonista Stewart Granger. Gli autori del film, scrittori e sceneggiatori, sono poco noti; non ci sono altri musicisti nel cast, tutti gli attori sono poco noti, a parte Stewart Granger che era una star di Hollywood.
- Nel 1961 la tv tedesca mette in scena l'operetta di Lehar (Paganini, prima rappresentazione nel 1925), con nomi che non mi dicono molto.
- Nel 1973 esce una biografia per tv tedesca: Antonio Theba è Paganini, Teresa Stratas è la principessa Anna Elisa, regia di Eugen York. Di Antonio Theba non so niente, gli autori sono poco noti, niente musicisti famosi nel cast. Teresa Stratas è stata un soprano importante, ha girato diversi film anche come attrice.
- Nel 1976 è la Rai a programmare una biografia di Paganini, in quattro episodi, con Tino Schirinzi protagonista e la regia di Dante Guardamagna. Lo sceneggiato è stato scritto da Tommaso Chiaretti e Lucia Drudi Demby con lo stesso Guardamagna, un buon lavoro che è visibile anche su youtube. Tino Schirinzi è stato un ottimo attore di teatro, con frequenti apparizioni anche al cinema e in tv; tra i personaggi ho trovato i nomi di Rossini, Heine, Berlioz, Paolina Bonaparte. Una curiosità riguarda Roberto Brivio, cantante milanese che fece parte dei "Gufi" : interpreta "il sopranista Marchesi". (Tino Schirinzi è nella foto che apre questo post.)
- Nel 1982 un'altra biografia per la tv ungherese: Vlastimil Harapes è Paganini, di più non saprei dire.

E qui entriamo nella zona pericolosa, più ci si avvicina ai nostri anni più peggiorano le cose, per il povero Paganini. Tre mostri più o meno orripilanti che consiglierei di evitare con cura, a meno che non abbiate voglia di annoiarvi o di farvi quattro risate alla buona. Il primo "capolavoro alla rovescia" è "Kinski Paganini" del 1989, scritto e diretto da Klaus Kinski, con Debora Caprioglio, Nicolai Kinski, Dalila di Lazzaro, Tosca d'Aquino, Donatella Rettore, Eva Grimaldi e purtroppo anche Bernard Blier (padre Caffarelli). Kinski è stato un attore famoso e importante, e anche una persona un po' sopra le righe: i suoi ruoli più belli sono quelli nei film di Werner Herzog, che alla fine gli ha dedicato un ricordo tra lo spaventato e l'affettuoso, "Il mio miglior nemico".
Del 1989 è "Paganini horror", regia di Luigi Cozzi con Daria Nicolodi: la data di produzione spiega tante cose, quasi tutte: saputa la notizia del film di Kinski, come è stata tradizione del cinema italiano più dozzinale, si è messa in piedi questa produzione che è in sostanza la copia di "Kinski Paganini", con qualche variazione più o meno artistica.
Nel 2013 esce "Il violinista del diavolo" (The devil's violinist"), regia di Bernard Rose, protagonista David Garnett. Un film che ho provato a guardare, ma è di una noia mortale, mal recitato, una compilation dei luoghi comuni più triti sul grande violinista genovese.


Alcuni di questi film sono disponibili su youtube; altri sono difficili da trovare, e di almeno un paio si può tranquillamente sconsigliare la visione, a meno che non si sia un po' masochisti
In questo blog ho messo due film dove Paganini si vede brevemente, en passant: il "Rossini" di Mario Bonnard e "La synphonie fantastique" (biografia di Berlioz) di Christian-Jaque.
Sulla biografia di Paganini pesa come un macigno la storia del "violinista diabolico" oppure della "malattia delle cartilagini" che permetteva allungamenti abnormi delle dita. Sono leggende che si possono smontare molto facilmente fermandosi un attimo a pensare ai molti violinisti, persone assolutamente normali da tutti i punti di vista, che hanno suonato le musiche di Paganini in questi duecento anni. Tre nomi per tutti: Salvatore Accardo, Yehudi Menuhin, Hana Kotkovà (ma la lista è lunghissima, continuate pure voi: Uto Ughi, Yitzhak Perlman...). Padri di famiglia, donne minute e di bell'aspetto, mani piccole e mani affusolate. Salvatore Accardo, per chi non lo sapesse, da ragazzo giocava a calcio, nel ruolo di portiere...
Paganini portava occhiali da vista con lenti scure, di una tonalità bruna o verdastra: più o meno come quelle fotocromatiche che ho portato io per tanti anni. Un anticipo degli occhiali da sole, magari per via di qualche allergia da polline o congiuntivite (difficile fare diagnosi esatte dopo due secoli). Infine, Paganini era molto magro e aveva le dita molto lunghe: se questo basta a giustificare le leggende, non so. Sta di fatto che le leggende sono divertenti e appassionanti, mentre la vita dei musicisti è invece molto spesso fatta di cose normali, amori matrimoni figli separazioni problemi di soldi e di lavoro, queste cose qui. La vita di Giuseppe Verdi e di Johann Sebastian Bach, per esempio, è noiosissima da raccontare: qualcosa bisognerà pur inventare, se ci si vuole far sopra un film. Di recente ho letto dell'uscita di un libro sulle "leggende" di questo tipo: si dice che quest'opera o quest'altra portino sfortuna e si fanno nomi ed esempi di cose che sono successe durante le rappresentazioni: tutto vero, ma poi, chissà perché, ci si dimentica sempre - per fare solo un paio di esempi - dei tenori presi a fucilate vere durante la Tosca (Fabio Armiliato, se non ricordo male: ma non è il solo), o dei presentatori di varietà caduti dal palcoscenico (il povero Mario Riva: ho sempre pensato che le canzoni di Sanremo portino sfiga).
Il mito del musicista bravissimo che ha fatto un patto con il diavolo è una costante delle antiche ballate e ha origini antichissime; nel Novecento abbiamo avuto Robert Johnson, e anche "Histoire du soldat" con le musiche di Stravinskij... La verità probabilmente sta nella Storia della Musica: Paganini arriva nel momento storico in cui il violino ha raggiunto la perfezione tecnica, ed è abbastanza robusto da poter sopportare sollecitazioni che i violini seicenteschi non avrebbero retto. Ci sono voluti cent'anni, ma alla fine è uscito, complice sicuramente il Romanticismo, il musicista che ha dato libero sfogo a tutte le possibilità espressive dello strumento. Ovvio che la cosa facesse scalpore, così come (sempre nel primo Ottocento) fecero scalpore le prime grandi orchestre volute da Berlioz, spesso rappresentato nelle caricature mentre dirige un'orchestra di cannoni. Nostro contemporaneo, per chiarire meglio il concetto, è stato Jimi Hendrix: la chitarra elettrica esisteva già da tempo, ma nessuno aveva ancora fatto quello che avrebbe poi fatto lui. Prima di Paganini ci sono stati altri violinisti formidabili, ma probabilmente nessuno di loro aveva la sua personalità, e soprattutto Paganini agisce in epoca romantica, quando si comincia a dare peso all'esecutore; la stessa cosa succederà con Liszt e con il pianoforte. Prima di Paganini, è giusto ricordarlo, c'è stato Heinrich Ignatz Biber (1644-1704): la Garzantina dice che "esercitò un'influenza determinante sulla formazione della scuola violinistica tedesca, componendo sonate per violino caratterizzate da un'estrema libertà inventiva e da audacia virtuosistica; il frequente e abile uso della scordatura ne rende oggi rara l'esecuzione".

In conclusione, al cinema si possono fare tante cose anche partendo da un falso storico o da un'invenzione pura e semplice, come fece Milos Forman con "Amadeus", un film bellissimo nonostante il falso storico su Salieri. Insomma, non è che sia necessario essere storicamente attendibili, basta essere bravi. Mica una cosa da tutti, a essere sinceri.

 
PS: Paganini è anche il nome di una trasmissione della tv svizzera italiana, che fino a pochi anni fa era ben condotta e ben curata (da loro ho imparato molto) ma che di recente soffre del narcisismo dei conduttori e della conduttrice. Invece di tagliare i titoli di coda dovrebbero tagliarsi la lingua, mi viene da dire: ma invece me la taglio io, e qui chiudo con un ritratto del vero Paganini, e con la conduttrice del Paganini sobrio che mi piaceva ascoltare e vedere fino a un paio d'anni fa, Patrizia Barbetti.
 

 

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