Monte
Carlo (1930) regia di Ernst Lubitsch. Soggetto di Hans Muller, Boothe
Tarrington. Fotografia di Victor Milner. Musiche di Richard Whiting
e Franke Harling; l'opera "Monsieur Beaucaire" è di André
Messager. Interpreti: Jeanette Mac Donald, Jack Buchanan, Claude
Allister, Lionel Belmore, ZaSu Pitts Durata: 1h25'
“Monsieur
Beaucaire” è il titolo dell’opera lirica che risolve l’azione
in “Montecarlo” di Lubitsch, un film del 1930 un po’ sciocchino
ma molto simpatico, con ottimi interpreti e molte belle canzoni come
“Beyond the blue horizon”, cantata da Jeanette Mac Donald.
L’opera che si vede in teatro nel finale del film si svolge nel
‘700, e parla di una giovane nobildonna che si innamora di un uomo
credendolo a lei pari, mentre è in realtà un parrucchiere per
signora; alla fine scoprirà che il presunto parrucchiere è davvero
il principe, ma sarà troppo tardi. E’ lo stesso soggetto del film,
ma a parti rovesciate.
Pensavo
che fosse un’opera inventata, invece esiste veramente: soggetto di
Booth Tarrington, musica di André Messager (1853-1929, francese).
Ebbe la sua prima nel 1919, è un’opera in tre atti, e da questo
soggetto fu tratto anche un film con Rodolfo Valentino sei anni prima
del film di Lubitsch, 1924. Un altro film su Monsieur Beaucaire, con
Bob Hope, sarà girato nel primo dopoguerra, sedici anni dopo
Lubitsch. Era quindi un soggetto noto e conosciuto, anche se oggi il
nome di André Messager è completamente dimenticato. Le notizie in
proposito le ho trovate su wikipedia in inglese, pare che alcune arie
di quest’opera siano ancora popolari in Gran Bretagna. Le musiche
scritte apposta per il film sono invece firmate da
Richard
A. Whiting
e W.
Franke Harling,
con i testi di Leo
Robin,
e confesso apertamente che sono molto più belle di quelle di
Messager, soprattutto "Beyond the blue horizon" è molto
piacevole (ma la vista di Jeanette Mac Donald mi condiziona molto, lo
ammetto).
La
protagonista del film di Lubitsch deve sposare un ricco Duca,
prospettiva allettante dal punto di vista economico, ma solo da
quello. E dunque fugge prima delle nozze, la vediamo difatti da sola
su un treno per Montecarlo proprio all'inizio del film. A Montecarlo
se la passerà bene, il Duca non rinunzia a lei e non le fa mancare
niente sperando di riconquistarla; ma qui viene notata da un bel
giovane, che per avvicinarla si fa passare per parrucchiere per
signora. Ovviamente non è capace di fare il parrucchiere, e combina
disastri; ma passata l'arrabbiatura la ragazza si scopre innamorata.
Ma il barbiere a un certo punto è sparito, mentre il Duca è ancora
lì: che fare?
La soluzione del dramma (si fa per dire, non è mica
un dramma) sarà appunto in "Monsieur Beaucaire" di André
Messager: il Duca porta la "fidanzata" all'opera, ma poi si
addormenta. La giovane esce dal palco ed entra nell'altro palco,
quello del giovane che credeva un parrucchiere. Ormai ha capito: come
nell'Amleto con "la morte di Gonzago", ma senza la minima
implicazione tragica, l'opera sul palcoscenico le ha parlato della
sua vita. Solo il finale non va bene: nell'opera di Messager, il
principe che fu parrucchiere congeda seccamente la signora ("Non
c'è nulla da perdonare, vi siete soltanto attenuta alle regole della
nostra società") e se ne va lasciandola piangente. Quando la
protagonista del film è già preoccupata, l'innamorato la consola:
"Questo finale non mi piace, preferisco un lieto fine". E
lieto fine sarà, almeno per il tempo necessario a salire sul treno e
riprendere a cantare "Beyond the blue horizon"... poi, chi
lo sa cosa sarà successo - ma sono una così bella coppia, inutile
star lì a pensare al dopo; e poi queste illazioni al cinema non si
fanno, si rischia di passare per noiosi come il povero Duca.
(le immagini vengono da una mia vhs di trent'anni fa, quando la Rai svolgeva ancora la funzione di servizio pubblico e non si "dimenticava" di trasmettere i film più belli; ringrazio molto Vieri Razzini, ancora oggi, e spero di rivederlo riprendere il suo posto quanto prima) (sperare non costa niente...)
Nessun commento:
Posta un commento