Il Flauto Magico (1978) di Giulio
Gianini ed Emanuele Luzzati. Film d'animazione. Musiche di Wolfgang
Amadeus Mozart, tratte da "Die Zauberflöte"; edizione
discografica diretta da Karl Böhm, DGG 1964. Durata: 54 minuti (45 in alcune versioni tv)
"Il Flauto Magico" di Gianini
& Luzzati è del 1978, quindi successivo a Bergman; dura poco
meno di un'ora ed è un lavoro magnifico, Luzzati sfiora spesso
l'opera d'arte con i suoi disegni, ci si muove fra Chagall, i
tarocchi, il teatro d'ombre balinese, William Morris, surrealisti ed
astrattisti: ma tutto è Luzzati, una festa continua. Non ci sono
veri e propri tagli, si tratta di una selezione dall'opera ma è la
sintesi fatta da chi ama e conosce; quasi non ci si fa caso da tanto
è ben fatto il lavoro di scelta e di raccordo, ed è tutto fatto
seguendo la musica, è sempre Mozart a dettare tempi e ritmi. E' un
peccato che Luzzati non abbia potuto realizzare l'opera intera, ma va
bene anche così.
Il glockenspiel diventa una girandola
di campanellini, il drago è di tutto rispetto. Pamina è
incantevole, la Regina è tenebrosa, Sarastro e i sacerdoti hanno
barbe da rabbino (Luzzati era di origine ebraica), i colori sono
stupendi (i colori di Luzzati!), insomma tutte le cose al posto
giusto, basta tornare un po' bambini e qui sta la magia di questo
film. Se non riuscite a tornare un po' bambini, magari il film vi
deluderà; ma allora la colpa non sarebbe di Gianini e Luzzati...
Su Emanuele Luzzati non ho molto da
aggiungere a tutto il bene che si dice di lui in rete; ha avuto una
vita lunga e ci ha lasciato molti disegni di grande felicità. Giulio
Gianini, esperto di animazione, era nato nel 1927 e ci ha lasciati
nel 2009. Ha al suo attivo undici film con Luzzati, quasi tutti di
soggetto musicale, girati fra il 1959 e il 1985; penso che molti si
ricorderanno i Pulcinella sulle musiche di Rossini.
L'edizione discografica è di gran
pregio: anno 1964, Filarmonica di Berlino direttore Karl Böhm, con
Fritz Wunderlich (Tamino), Dietrich Fischer-Dieskau (Papageno),
Roberta Peters (la Regina), Evelyn Lear (Tamina), Lisa Otto
(Papagena), Franz Crass (Sarastro), James King (Monostato), tagliato
purtroppo Hans Hotter come Sprecher. Per chi non conoscesse questi
nomi, basterà dire che Fritz Wunderlich è una delle voci più belle
e più grandi fra i tenori d'opera, quasi una leggenda anche per via
della sua scomparsa quando era ancora molto giovane, poco dopo questa
registrazione. Chi non c'era e non sa si tranquillizzi sulla data di
registrazione: nel 1964 si facevano registrazioni magnifiche, più
naturali e più belle da ascoltare di quelle troppo manipolate che si
fanno da quando esiste il digitale; e il marchio Deutsche Grammophon
Gesellschaft era una garanzia di assoluta qualità. Secondo Maurizio
Pollini, le più belle registrazioni dal punto di vista tecnico sono quelle
di Arthur Rubinstein con Chopin, RCA metà anni '50. Di me ci si può
anche non fidare, ma se non vi fidate di Maurizio Pollini significa
che avete qualche problema da risolvere con il vostro orecchio
musicale.
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